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per l'articolo completo vai al sito http://www.corriere.it2008-12-19 BUSH: "Sarebbe da irresponsabili far fallire Detroit" Crisi dell'auto negli Usa: il governo presta 17, 4 miliardi di dollari alle "Big three" Dopo il no del Senato, concessi i soldi per resistere fino a marzo: poi dovranno dimostrare di farcela da soli Una fabbrica della Chrysler (Ap) Una fabbrica della Chrysler (Ap) WASHINGTON (USA) - Trovato un compromesso. Dopo il no del Senato, è stato trovato un accordo per il salvataggio dell'industria automobilistica americana. Il Tesoro degli Stati Uniti erogherà infatti finanziamenti per 13,4 miliardi di dollari a favore di Gm, Ford e Chrysler tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio. Una seconda tranche di 4 miliardi verrà inoltre erogata a febbraio. I prestiti dovranno essere restituiti dai produttori di auto se entro il 31 di marzo non avranno dimostrato di essere in grado di risanare le proprie attività. LE CONDIZIONI - In cambio dei finanziamenti, il Tesoro Usa riceverà warrants legati ad azioni senza diritto di voto. Gm e Chrysler hanno annunciato che chiederanno accesso già oggi ai fondi messi a disposizione dal Tesoro. Le due società sono infatti alle prese con gravi problemi di liquidità mentre Ford ha dichiarato a più riprese di essere in una situazione migliore. Tra le condizioni imposte dal tesoro a Gm, Ford e Chrysler vi è quella di rinegoziare i termini dei contratti esistenti con i principali azionisti, inclusi dunque i sindacati e le banche creditrici entro il 31 di marzo. Nel caso questo processo di rinegoziazione non dovesse avere successo, il Tesoro richiederebbe la restituzione dei fondi e si aprirebbero le porte dell'amministrazione controllata. Inoltre le società non potranno distribuire dividendi fino a quando non avranno restituito i finanziamenti ricevuti dallo stato. Il governo inoltre ha il potere di controfirmare, e in caso bloccare, ogni operazione del controvalore superiore ai 100 milioni di dollari. Come nel caso delle banche, inoltre, i produttori di Detroit dovranno rispettare precise restrizioni sulle retribuzioni dei loro massimi dirigenti e dovranno dire addio a jet privati aziendali. IMPIANTI CHIUSI - Il prestito ponte garantirebbe a Gm e Chrylser di sopravvivere fino a marzo. Le due case automobilistiche avevano dichiarato, nel corso delle recenti audizioni, che avevano bisogno di 14 miliardi di dollari fino a marzo. A partire da oggi tutti e 30 gli impianti della Chrysler saranno chiusi almeno per un mese: la drastica misura decisa dalla società punta a riequilibrare la domanda con la produzione e le scorte e si è resa necessaria - ha spiegato Chrysler nei giorni scorsi - in seguito alla stretta del credito che rende per i consumatori più difficile ottenere finanziamenti per effettuare acquisti. L'amministrazione Bush avrebbe illustrato a Obama la propria strategia, e la futura amministrazione democratica non avrebbe sollevato obiezioni al riguardo. BUSH - " "Il governo deve salvaguardare lo stato di salute dell'economia. Il collasso del settore automobilistico renderebbe soltanto più lunga e più profonda l'attuale recessione. Sarebbe da irresponsabili far fallire Detroit. La procedura di Chapter 11 (la bancarotta assistita ndr) non funzionerebbe in questo momento" ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti George W. Bush. "I produttori di auto e i sindacati devono capire quello che è in gioco e prendere tutte le difficili decisioni necessarie per un riforma" ha spiegato Bush. La ristrutturazione del settore, ha aggiunto il presidente Usa "richiederà significative concessioni da tutti i soggetti coinvolti nell'industria dell'auto". 19 dicembre 2008
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito http://www.repubblica.it/2008-12-19 In vista dell'annuncio decollano il titolo di Chrysler e General Motors Dal Fondo speciale del Tesoro seconda tranche di prestito di 4 miliardi a febbraio Usa, 13,4 miliardi di dollari di aiuti all'industria dell'auto Limiti ai compensi dei manager, via i jet privati, rinegoziazione con banche e sindacati Usa, 13,4 miliardi di dollari di aiuti all'industria dell'auto WASHINGTON - Il Tesoro americano mette a disposizione 13,4 miliardi di dollari in aiuti all'industria dell'auto. Lo ha annunciato oggi il presidente americano George Bush. Il prestito è condizionato al risanamento delle aziende, che stanno attraversando un grave periodo di crisi. Lasciar fallire i colossi dell'auto, ha detto il presidente Usa, "nel pieno della crisi finanziaria e della recessione, non sarebbe una scelta responsabile" da parte della Casa Bianca. Né sarebbe giusto, aggiunge il presidente uscente, nei confronti di Obama: "Il prossimo presidente non deve trovarsi di fronte al crollo dell'industria dell'auto". La prima tranche del prestito a General Motors, Ford e Chrysler sarà erogata tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio. Una seconda tranche di 4 miliardi verrà concessa a febbraio. I prestiti dovranno essere restituiti dai produttori di auto se entro il 31 di marzo non avranno dimostrato di essere in grado di risanare le proprie attività. Bush ha insistito sulla necessità di "riforma" del settore: "I produttori di auto e i sindacati devono capire quello che è in gioco e prendere tutte le difficili decisioni necessarie per un riforma". Tra le condizioni imposte dal Tesoro c'è la rinegoziazione dei termini dei contratti esistenti con i principali stakeholder, tra cui sindacati e banche creditrici. Nel caso questo processo di rinegoziazione non dovesse avere successo, il Tesoro richiederebbe la restituzione dei fondi e si avvierebbe l'amministrazione controllata. Le società non potranno distribuire dividendi fino a quando non avranno restituito i finanziamenti ricevuti dallo Stato. Il governo inoltre ha il potere di controfirmare, e in caso bloccare, ogni operazione del controvalore superiore ai 100 milioni di dollari. Come nel caso delle banche, inoltre, i produttori dovranno rispettare precise restrizioni sulle retribuzioni dei loro massimi dirigenti e dovranno dire addio a jet privati aziendali. Il prestito proviene dal fondo Tarp, il Troubled Assets Relief Program da 700 miliardi di dollari varato dal ministro del Tesoro Paulson nell'ottobre scorso per far fronte alla crisi finanziaria e bancaria. In vista dell'annuncio di Bush i titoli delle aziende produttrici sono volati nel premercato a Wall Street: la GM ha guadagnato il 15%, la Ford è salita del 9%. (19 dicembre 2008)
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito http://www.unita.it2008-12-19
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito http://www.ilsole24ore.com2008-12-19 Usa: 17,4 miliardi di dollari per salvare Gm, Ford e Chrysler commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 19 dicembre 2008 Il Tesoro degli Stati Uniti erogherà finanziamenti per 13,4 miliardi di dollari a favore di Gm, Ford e Chrysler tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio. Una seconda tranche di 4 miliardi verrà inoltre erogata a febbraio. I prestiti dovranno essere restituiti dai produttori di auto se entro il 31 di marzo non avranno dimostrato di essere in grado di risanare le proprie attività. Il presidente americano uscente, George Bush, ha così motivato la decisione di sostenere i produttori di automobili americani in forte crisi: "Permettere la bancarotta dell'auto ora non sarebbe responsabile", perchè "potrebbe aggravare la crisi finanziaria in atto". Il presidente ha inolte aggiunto che la sua amministrazione non vuole lasciare a Barack Obama "il crollo del'industria dell'auto". In cambio dei finanziamenti, il Tesoro riceverà warrants legati ad azioni senza diritto di voto. Gm e Chrysler hanno annunciato che chiederanno accesso già oggi ai fondi messi a disposizione dal Tesoro. Le due società sono infatti alle prese con gravi problemi di liquidità mentre Ford ha dichiarato a più riprese di essere in una situazione migliore. Tra le condizioni imposte dal Tesoro alle tre aziende di Detroid c'è quella di rinegoziare i termini dei contratti esistenti con i principali stakeholders, inclusi dunque i sindacati e le banche creditrici entro il 31 di marzo. Nel caso questo processo di rinegoziazione non dovesse avere successo, il Tesoro richiederebbe la restituzione dei fondi e si aprirebbero le porte dell'amministrazione controllata. Inoltre le società non potranno distribuire dividendi fino a quando non avranno restituito i finanziamenti ricevuti dallo Stato. Il governo ha il potere di controfirmare, e in caso bloccare, ogni operazione del controvalore superiore ai 100 milioni di dollari. Come nel caso delle banche, inoltre, i produttori di Detroit dovranno rispettare precise restrizioni sulle retribuzioni dei loro massimi dirigenti e dovranno dire addio a jet privati aziendali.
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